Era il 1993 quando Louis Fabrice Latour rimase affascinato da un Grechetto Poggio della Costa 1992, con tanto di complimenti a Sergio e la richiesta di provare l’affinamento in legno per quel vino. Ne conseguì l’invio, da parte di Latour, di qualche barriques della sua produzione già selezionate per vini bianchi e soprattutto il “know how” per utilizzarle. La vicenda prese una svolta inaspettata nel settembre del 2020, quando unaltra azienda francese, Chateau Latour, uno dei cinque Grand Cru di Bordeaux, chiese a Mottura di rinunciare all’uso del nome “Latour”, poiché di loro esclusiva proprietà. Rispettando tale richiesta, dalla vendemmia 2021 il vino fu rinominato “La Torre a Civitella”. Da suoli principalmente vulcanici, parte del complesso vulcanico dei monti Vulsini e del lago di Bolsena. All’assemblaggio finale contribuiscono le uve dei 3 vigneti più vecchi presenti del vigneto in azienda impiantati tra il 1970 e 1980. Raccolta e selezione a mano nella prima metà di settembre. Pressatura soffice, decantazione statica preventiva dei mosti. La fermentazione viene svolta per i primi 2/3 in acciaio e per l’ultimo periodo in barrique. In barriques per 9 mesi, a seguire 8 mesi in acciaio con contatto delle fecce fini.
In bottiglia per 12 mesi
Degustazione
Giallo oro intenso. Ampio il ventaglio olfattivo che esprime sensazioni minerali gessose, frutta matura e passion fruit su un sottofondo di miele millefiori. Sorso pieno e di struttura. Sensazioni gliceriche che donano morbidezza perfettamente bilanciate da precisa freschezza e da una golosa sapidità che porta il vino ad una lunga persistenza gustativa.