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La Dama Forestiera Nature 2019

 81,90

Disponibile

Specifiche

Alla fine del 1800 la Gentildama inglese Elisa Croghan, si ritrova a gestire il grande Tenimento del suo convivente l’ultimo Principe di San Severo Michele di Sangro. Tenimento che lascerà in seguito alla città per volere testamentario del Principe stesso, e per cui tale territorio diventerà uno dei vigneti più grandi d’Italia. È così che la Croghan entrerà nella storia della Capitanata col nome di La Dama Forestiera ed è con tale nome che lo scrittore Nino Casiglio Le intitolerà un suo famoso romanzo. La Casa d’Araprì con ammirazione dedica a Lei questa Cuvée, ottenuta da uve a bacca nera: Montepulciano e Pinot nero, provenienti da propri vigneti, vinificate in bianco e di cui si utilizza esclusivamente il mosto di prima spremitura. La Dama Forestiera è prodotta nella tipologia “Nature”  e solo in bottiglie Magnum, che si affinano per almeno cinque anni nelle Cantine della Casa d’Araprì, meravigliosi monumenti di “mastri muratori’ del XVIII Secolo, che si estendono nel sottosuolo del centro di San Severo. È questo lento affinamento, nella freschezza, nella quiete e nella penombra che conferisce alla “Dama Forestiera” la finezza e l’eleganza che la contraddistingue e fa della Casa d’Araprì una delle più ricercate e apprezzate tra le produttrici di Metodo Classico in Italia.

Degustazione

Veste dorata brillante impreziosita da fine perlage. Intense ed eleganti note di frutta matura esotica, rimandi all’agrume ed alla crema pasticcera. In seconda abttuta emergono aromi più scuri, di tostatura, noce moscata e pepe, frutta secca e vaniglia. Assaggio di gran classe, palato cremoso e attraversato da una golosa freschezza agrumata. Piacevolissimo, intenso e dal lungo finale sapido.
d'Araprì
Una amicizia che affonda le radici nella musica jazz, poi maturata e rinsaldata negli anni attraverso la passione comune per il vino ed i vitigni autoctoni del Tavoliere. Alla base di tutto, la convinzione di poter produrre anche al Sud spumanti di pregio, e l’intuizione – poi rivelatasi vincente – di poter valorizzare nelle “bollicine” il vitigno autoctono della Capitanata “Bombino bianco” che nella spumantizzazione riesce ad esprimersi nella sua pienezza. Il resto è capacità imprenditoriale ed uno straordinario attaccamento ai valori d’origine del territorio. E’ così che tre amici, Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore hanno creato, nel 1979, l’apprezzata e rinomata produzione di spumanti “d’Araprì” (il marchio è dato dalle prime lettere dei tre cognomi letti in successione), unica realtà pugliese che produce esclusivamente spumanti con il metodo classico ovvero con fermentazione in bottiglia, detto anche metodo “Champenoise”, tra le pochissime in tutto il meridione d’Italia. A d’Araprì va riconosciuto il merito di essere stata la prima cantina a far nascere e guidare l’affermazione degli spumanti autoctoni, soprattutto nel Sud Italia. Gli spumanti della Casa d’Araprì non sono certo quelli che dominano le pagine pubblicitarie delle riviste: il loro segreto si custodisce gelosamente e si rivela soltanto agli amici più fidati. Anche se gli assemblaggi possono variare di anno in anno, d’Araprì riesce a dare omogeneità della materia prima e ha crato nel tempo uno stile inconfondibile arrivando sempre alla qualità estrema: fattore imprescindibile per chi ama le bollicine metodo classico.


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